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giovedì 9 gennaio 2025

I servizi logistici, parte 4

PREMESSA.

I testi che seguono sono un estratto de "I servizi logistici delle unità italiane al Fronte Russo (1941-1943)" edito dall'Ufficio Storico del Ministero della Difesa - Stato Maggiore dell'Esercito; la mia divulgazione ha il solo scopo di proporre alla vostra attenzione alcuni spunti di riflessione di quella che fu la Campagna di Russia per noi italiani, anche dal punto di vista logistico; la mia divulgazione non ha lo scopo di sostituire il testo originale, ma al contrario è un invito all’acquisto, se rintracciabile, per approfondire i temi trattati e conoscere a fondo anche questo aspetto della nostra storia. Buona lettura!

L’INTENDENZA CSIR-ARMIR DURANTE L’OFFENSIVA “PICCOLO SATURNO”.

“Il giorno 11 dicembre 1942 aveva inizio l'offensiva sovietica. Per cinque giorni, le sempre rinnovate un date d'assalto furono respinte prima e contenute a poi. Al sesto giorno, con lo schiacciante rapporto di forze prima citato, l'intervento di masse corazzate ottenne il risultato di sfondamento del fronte del II Corpo d'Armata, costituendo minaccia prossima per la base di Kantemirovka, nella quale imponente era la dotazione di materiali accumulati e dove gli stabilimenti sanitari erano saturi di degenti, affluiti con lo sgombero dei feriti dalle linee durante i primi giorni di combattimento.

Mentre si andava attuando, ormai da tre giorni, uno sgombero sistematico, per quanto affrettato, il 19 dicembre una puntata di mezzi corazzati irruppe nella località, determinando l'interruzione della ferrovia. Gli sgomberi procedettero ancora per via ordinaria per tutta quella giornata, anche in presenza del nemico, insediato nell'abitato, ma, aggiunta l'azione dei partigiani, fino ad allora non rilevante, lo sgombero fu limitato ai soli feriti: nei defluirono 3.000. I 209 intrasportabili per la gravità delle loro condizioni rimasero in sito, assistiti da personale italiano che aveva accettato di cadere in prigionia per non interrompere la propria missione umanitaria.

Molto materiale di ogni genere rimasto giacente può essere distrutto. […] Le necessità logistiche del Corpo d'Armata Alpino e le frequenti azioni aeree nemiche alle quali era sottoposto il centro logistico di Rossosc determinarono la costituzione di un nuovo centro a Kupijansk. Questa decisione era motivata, inoltre, dalla scarsa garanzia di sicurezza del collegamento ferroviario tra Rossosc ed Ostrogozsk e dalla considerazione di un probabile arretramento. I resti dei tre corpi d’armata battuti (II, XXXV e XXIX germanico) rifluirono verso il Donez.

Le unità dei servizi non soltanto raccolsero quanti ripiegavano, spostati nel fisico dai combattimenti e dalla marcia, esausti nello spirito per le perdite subite e per i pericoli superati, ma fecero anche ricorso alle armi per costituire almeno un velo di prima difesa, poi raffittito da elementi dell'unità in ripiegamento ancora dotati di capacità combattiva. Non appena le unità italiane (non alpine) ripiegate dalla linea del Don furono giunte ad ovest del Donez, fu necessario provvedere al loro riordinamento. Essi erano stati sottoposti a gravissime perdite in uomini, armi e materiali, tanto che la loro efficienza operativa era pressoché nulla.

Mentre l'alimentazione regolare ed il riposo fisico, oltre che l'azione morale dei comandanti, operavano su di esse effetti di ripresa spirituale, l’Intendenza, attingendo sui magazzini, ne attuava il riequipaggiamento nella nuova dotazione di armi, soprattutto pesanti, in sostituzione di quelle distrutte o perdute. […] In tal modo la Divisione “Ravenna”, ricostituita con organico ridotto, poté schierarsi nuovamente a difesa del Donez. Per il suo rifornimento l'Intendenza provvide istituendo una propria Delegazione a Voroscilovgrad. […]

La situazione operativa aveva fatto sì che Karkov non offrisse più garanzia per un ordinato lavoro organizzativo, in quanto minacciata per terra da tre lati è sottoposta a metodiche violente azioni di bombardamento aereo. Sgombrati gli stabilimenti sanitari su Leopoli, anche gli uffici delle Direzioni dell'Intendenza, il 6 febbraio, si trasferivano a Nejin, rimanendo ancora a Karkov gli uffici di Stato Maggiore e quelli della Delegazione, dopo che anche i tedeschi si erano ritirati e la città si presentava in una grande confusione. […] Il 10 febbraio tutta l'Intendenza si raccolse a Nejin ed il 14 anche la Delegazione lasciò Karkov, distruggendo i materiali non potuti sgomberare. […]

Dopo che fu stabilita la ricostituzione del solo II Corpo d’Armata, destinato a rimanere nello stesso territorio occupato, con le sue divisioni “Ravenna” e “Cosseria” e con una ridotta Intendenza, ebbe inizio il lavoro di studio per l'adeguamento degli organici dei Servizi e per l'allestimento del piano dei trasporti occorrenti al rinvio in Italia delle unità da rimpatriare e dei materiali divenuti esuberanti rispetto alle necessità del nuovo corpo di spedizione. […] Per i trasporti ferroviari fu convenuto con le autorità germaniche l'impiego di materiale rotabile tedesco sino alla stazione di Brest-Litovsk, in Polonia. Qui, dopo le necessarie operazioni di disinfestazione, i reparti prendevano posto su tradotte italiane per tornare in patria, dove, all'arrivo, avrebbero trascorso quindici giorni negli appositi campi contumaciali, dislocati in prossimità della frontiera.

Dal 1° aprile 1943 aveva avuto inizio l'attività dell'Intendenza del II Corpo d'Armata, dislocata a Gomel ed articolata in due centri logistici: uno a Bobrujsk per la Divisione “Ravenna” ed uno a Novo Sybkov per la “Cosseria”. […] Subito dopo veniva, però, deciso che anche il II Corpo, con le sue provate Divisioni “Ravenna” e “Cosseria”, rientrasse in patria, movimento che avvenne con una serie di tradotte dal 22 aprile al 22 maggio 1943. Dopo quest'ultima data, nessuna unità dell'Esercito Italiano fu più presente al fronte russo-tedesco”.

“Stato Maggiore dell'Esercito, I servizi logistici delle unità italiane al fronte russo (1941-1943), pagg. 38-42”.

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