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giovedì 14 novembre 2024

Raimondo Colantonio, un artista

Ho conosciuto l'anno scorso Raimondo Colantonio in occasione, prima di una sua mostra espositiva e poi di una delle mie serate durante la quale anche lui era presente in veste di spettatore. Fin da subito mi ha colpito la sua estrema sensibilità sull'argomento e nel suo sguardo, quando parlava della Campagna di Russia, ho rivisto immediatamente le mie stesse emozioni.

Mi sono quindi ripromesso, al momento opportuno di parlare di lui e delle sue bellissime opere. Forse più unico che raro Raimondo ha dedicato il suo talento a ricordare i "nostri" proprio durante la Campagna di Russia.

Ma direi che chi meglio di lui può raccontare il perché di tutto ciò...

"Quando penso a quali siano stati i motivi che mi hanno mosso ed impegnato in un lavoro, diventato un progetto che tratta l’esodo della ritirata dell’ARMIR durante l’inverno 1942-43, non posso fare a meno di pensare alla mia cara nonna materna Angela, nata nel 1920 e venuta a mancare nel 2008. La mia infanzia e giovinezza l’ho vissuta in sua compagnia, molte volte mi sono fermato con lei, mi piaceva sentirla parlare della sua storia, restavo ad ascoltare i suoi racconti, a volte frammentati altre volte più lucidi, dei difficili anni della Seconda Guerra Mondiale, lei a quel tempo era infermiera nell’ospedale di Salerno e durante lo sbarco alleato visse quella tragedia in prima persona, ho ascoltato rapito i suoi racconti le sofferenze e le peripezie tribolate per ritornare a casa per rivedere la sua famiglia e la sua piccola figlia… mia Madre.

Lei a poco più di vent’anni era infermiera e il suo unico fratello prestava servizio nel corpo dell’Aeronautica ma durante il periodo dell’armistizio era di servizio a Maddaloni, mia nonna raccontava sempre che si rividero l’ultima volta alcune settimane prima dell’avvenuto armistizio, ma dopo quel momento perse ogni traccia del fratello, la sua sofferenza per questa perdita l’ha accompagnata per tutta la vita, invano ha aspettato che tornasse, sperando che potesse essere sopravvissuto a qualche campo di concentramento, egli fu dichiarato disperso, a mia nonna non restò nulla dell’amato fratello.

A questi racconti ed al clima in cui sono cresciuto, si accosta il fatto che a soli tredici anni mi trovai tra le mani quel libro così amaro, “Centomila gavette di ghiaccio”, giaceva dimenticato nella piccola biblioteca di famiglia, fui preso da quegli scritti, ricordo che ne fui agghiacciato. Nel tempo si sono lasciati molti dei libri che si possedeva, ma questo libro è ancora con me.

Non so se mia nonna mi abbia trasmesso qualcosa con la sua storia, so che ho sentito molto la sua mancanza e dopo qualche anno dalla sua dipartita, in un momento difficile per me, tra il 2011 ed il 2012, ho iniziato a rappresentare queste scene che avevo visto in fotografia, ho riletto di queste cronache ed ho approfondito in modo spontaneo e senza accorgermene tutta la tragedia dell’ARMIR, di sovente mi hanno accompagnato in questi momenti di ricerca e meditazione, alcuni canti alpini in particolare “L’ultima notte” cantata dal coro della Brigata Alpina Julia.

A questo non aggiungo altro, concludo ripetendo quello che scrissi, in una motivazione di un mio primo lavoro, sintetico ed acerbo, nel giugno 2013, che fu scelto come testo di presentazione dal presidente Lino Aldi, per la mostra che fu tenuta presso le sale della Pro Loco di Settimo Milanese.

Ho voluto ricordare, o di più… La prima opera nasce nel febbraio 2012, ho rivissuto nella mia immaginazione il sacrificio di questi uomini, il valore, la forza che li ha sostenuti; avevo letto parti dello scritto di Bedeschi , una cronaca toccante, alcuni anni fa ed ancora poi riletto. Il mio lavoro è per coloro che non sono più tornati, come per coloro che sono sopravvissuti lasciando nel ghiaccio di quella steppa la patriottica visione della guerra e la loro giovinezza, dopo la quale hanno continuato a vivere nel rimorso di non aver potuto aiutare i loro compagni d’arme, perché la forza non bastava neanche più per se stessi”.

Raimondo vende le sue opere e può essere contattato al numero 334.5051669.













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